2013 Genova – Pisa
Cronaca di viaggio
1° giorno
Dopo una promessa presa la notte del rientro da Varazze ecco che
adesso quella che sembrava una pazzia sta diventando una bella storia da
raccontare.
Quest’anno siamo di più, siamo informati, organizzati e soprattutto… Non allenati.
Primo giorno di pedalata, dopo aver alloggiato la notte come dei barboni all’Acquaverde Hotel di Genova (No, non andateci)
Colazione al porto Antico di Genova e via, verso Sestri Levante dove abbiamo pranzato alla grande prima del temibile Passo del Bracco, unica strada possibile per raggiungere La Spezia.
Qui abbiamo passato una notte meravigliosa, ma dopo una pedalata così anche una vasca piena di fagioli sarebbe stata spaziale. Peccato per la cena. Regola fondamentale del Biciclope: Mai andare a mangiare al ristorante del cugino dell’albergatore. MAI.
Se lo ricorda bene il nostro Marci, finito a terra dopo che la sedia ha gravato sotto il dolce peso del suo didietro.
Meno male che non esiste kebap che non possa risollevare la situazione.
2° giorno
Direzione Viareggio (Tralasciando la passerella di Massa Carrara… 5 strolig [vagabondi per i non brianzoli]
in gita). Chi meglio di Marci, che ci è cresciuto qui, poteva consigliarci
dove pranzare? Tutti. Ma ci fidiamo ugualmente di lui e pranziamo al Delfino Blu: luogo in cui Lucio diventa ufficialmente e “persempremente” IL PANZO.
(Scusateci ma dobbiamo dedicare delle righe a questo evento).
La cameriera del ristorante chiamava i piatti dei commensali così :” La pizza della signora
Luisella al tavolo 6 è prontaaaa!” oppure “Le linguine del sig. Carmine al tavolo 2 sono pronteeeee!”.
Quando Lucio andò in bagno Giorgio diede le supreme coordinate alla cameriera che dopo
qualche minuto urlò: “IL CACIUCCO DEL SIG PANZO E’ PRONTOOOOOO”
Tutto il ristorante rideva e noi abbiamo rischiato il collasso, ma dobbiamo ripartire. L’Italia ci aspetta.
Attraversiamo incantati l’Aurelia: una bellissima strada statale che speriamo diventi presto, come da progetto, la ciclabile più lunga d’Europa, per poi affiancarci a delle mura, un arco, ed infine eccola lì, più storta che mai e più bella di sempre: La torre di Pisa circondata da fotografi cinesi.
I Biciclopi ce l’hanno fatta ancora una volta. Insieme. Più panzoni che mai.